L'Ottocento by Paolo Viola

L'Ottocento by Paolo Viola

autore:Paolo Viola [Viola, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2012-06-19T09:59:00+00:00


6. L'Impero inglese in India.

Alla fine del Settecento l'India era stata quasi completamente unificata sotto il dominio britannico, dopo essere stata sottratta, con la guerra dei Sette anni del 1756-63, alle ambizioni imperiali francesi. In realtà però il subcontinente indiano non era stato sottoposto alla Gorona e al Parlamento inglese, come lo erano le tredici colonie americane, poi divenute gli Stati Uniti d'America. Era invece diviso fra vari stati locali, tutti assoggettati alla Compagnia delle Indie Orientali, cioè ad un organismo privato e privilegiato che sfruttava il paese a vantaggio dei propri membri, i quali esercitavano in regime di monopolio il grande commercio internazionale dei prodotti indiani.

Lo sfruttamento dell'India avveniva nel seguente modo: la East India Company (Compagnia delle Indie Orientali), dotata di una struttura amministrativa e militare per il controllo del territorio, aveva ottenuto il diritto di riscuotere per proprio conto le tasse precedentemente dovute ai sovrani locali. Da quel momento il gettito fiscale indiano non servi più alla sua funzione naturale, quella di finanziare i servizi pubblici di difesa e governo del territorio, ma ad acquistare i tessuti di cotone artigianali indiani, apprezzati e richiesti in ogni parte del mondo. Queste preziose "cotonate" erano direttamente rivendute in Occidente, o scambiate in altri paesi dell'Oriente contro derrate coloniali richieste dai mercati europei. I proventi di tale commercio erano incamerati dalla Compagnia. La Compagnia delle Indie Orientali finanziava insomma i propri acquisti col gettito fiscale degli indiani stessi, mentre i ricavi delle vendite rimanevano in Gran Bretagna. Si determinava così un gigantesco trasferimento di ricchezze dall'India all'Inghilterra, così massiccio che secondo alcuni economisti esso avrebbe contribuito direttamente in misura rilevante alla rivoluzione industriale britannica.

Il personale della Compagnia delle Indie reclutato sul posto diventava grazie a questa intermediazione una nuova borghesia indigena che riscuoteva le tasse nei villaggi, e con i soldi ricavati comprava la produzione tessile locale per conto dei mercanti inglesi. Così. oltre a depredare l'India, il colonialismo inglese ne modificava profondamente la struttura sociale. La pressione fiscale era in proporzione diretta con la domanda di tessuti di cotone indiano. Più aumentava la richiesta sul mercato internazionale e più il gettito delle imposte con cui la Compagnia pagava la produzione tessile locale doveva aumentare. Di conseguenza gli artigianicontadini dei villaggi dovevano produrre sempre di più e fare sempre più figli, per avere sempre più braccia da mettere al lavoro e aumentare ulteriormente la produzione. Tuttavia si indebitavano, perché comunque non riuscivano a far fronte alle necessità, ed erano costretti a vendere la terra alla nuova "borghesia" coloniale indiana, la stessa che riscuoteva le tasse e comprava la produzione tessile. Perdevano quindi la loro tradizionale indipendenza: giuridicamente non erano né schiavi né servi, ma erano vincolati da contratti con la Compagnia estranei alla loro tradizione e alla loro cultura, che non potevano rifiutare, di cui non riuscivano a valutare la portata, e che di fatto annullavano la loro libertà. Per parte loro gli intermediari che acquisivano così la terra diventavano latifondisti assenteisti, non interessati alla produzione per il mercato locale,



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